Abstract
(fr.: Organisation Mondiale du Commerce-WTO, it. Organizzazione Mondiale del Commercio- OMC). Il WTO è un'organizzazione mondiale nata dalla trasformazione del GATT (General Agreement on Tariffs and Trade) da accordo internazionale a organizzazione permanente cui spetta il compito di gestire tutte le intese scaturite dall’Uruguay Round. Del GATT, la nuova organizzazione ha recepito gli accordi e le convenzioni adottati, tra i più importanti il GATT, il General Agreement on Trade in Services (GATS) e The Agreement on Trade Related Aspects of Intellectual Property Rights (TRIPS), con l'incarico di amministrarli ed estenderli. A differenza del GATT, che non aveva una vera e propria struttura organizzativa istituzionalizzata, il WTO prevede invece una struttura comparabile a quella di analoghi organismi internazionali. Il WTO, che ha iniziato a operare dal 1°.1.1995, completa il disegno originario degli Accordi di Bretton Woods che prevedeva, accanto al Fondo Monetario Internazionale (FMI) e alla Banca mondiale, una terza istituzione dedicata al commercio, rimasta sulla carta per la bocciatura del congresso americano. Il GATT rimase quindi in vita come intesa tra le parti, ma senza i poteri di una vera e propria organizzazione internazionale. La trasformazione in Organizzazione si è imposta nel corso dell’Uruguay Round, l’ottavo round delle negoziazioni multilaterali, proprio per rafforzarne l’autorità in vista dell’aumento delle competenze. Rientrano infatti sotto la sua giurisdizione i 28 accordi siglati a Marrakech il 15.4.1994, che riguardano il commercio internazionale dei beni industriali, dei prodotti agricoli, dei servizi e la tutela dei diritti sulla proprietà intellettuale.
Principi e funzioni
Caratteristiche fondamentali del WTO organismo sono:
a) la gestione di un efficace sistema di regolamento delle controversie, applicabile a tutte le aree di competenza della WTO (beni materiali, servizi, proprietà intellettuale); viene infatti abbandonata la natura “conciliatoria” a favore di un sistema più “giurisdizionale”, soprattutto attraverso l’introduzione di automatismi che impediscono il rischio della paralisi della procedura la quale dovrebbe essere portata a compimento entro sedici mesi;
b) l’impegno di tutti i paesi Membri a uniformare le proprie legislazioni nazionali alle regole del GATT (il par. 4 dell’art. XVI obbliga ciascun Membro a conformare leggi, regolamenti e procedure amministrative nazionali alle disposizioni stabilite dagli Accordi multilaterali; la disposizione è volta a rafforzare la prevalenza degli impegni presi in sede internazionale rispetto alle normative interne, rafforzando e consolidando il funzionamento del sistema multilaterale degli scambi);
c) la rinuncia a misure unilaterali di ritorsione.
La missione dell'Organizzazione è costruire un sistema commerciale così strutturato:
- senza discriminazioni: ossia gli Stati non dovrebbero attuare alcun tipo di discriminazione verso i loro partner commerciali, riconoscendo equamente il loro lo status di "nazione più favorita"; inoltre non dovrebbero compiere discriminazioni tra prodotti e servizi nazionali o esteri, riservando loro il "trattamento nazionale";
- più libero: riducendo le barriere al commercio attraverso negoziazioni; tali ostacoli includono imposte e dazi e misure quali divieti alle importazioni o quote che riducono, secondo determinati criteri, le quantità di tali importazioni;
- prevedibile: compagnie, investitori e governi stranieri, dovrebbero avere la certezza che barriere al commercio, incluse le barriere tariffarie e non tariffarie, non aumentino arbitrariamente; la riduzione delle tariffe e gli sforzi all’apertura dei mercati costituiscono elementi caratteristici dell’attività dell’Organizzazione;
- maggiormente competitivo: scoraggiando pratiche commerciali scorrette come i sussidi alle esportazioni e il dumping, procedura di vendita sui mercati esteri ad un prezzo inferiore a quello di vendita sul mercato di origine per guadagnare maggiori quote di mercato;
- maggiormente vantaggioso per i paesi in via di sviluppo: concedendo loro più tempo per potersi adattare "alle vigenti norme", maggior flessibilità e privilegi speciali.
Relativamente alle funzioni del WTO l'Articolo III dell'Accordo di Marrakech stabilisce quanto segue:
1. il WTO favorisce l'attuazione, l'amministrazione e il funzionamento del presente accordo e degli accordi commerciali multilaterali, ne persegue gli obiettivi e funge da quadro per l'attuazione, l'amministrazione e il funzionamento degli accordi commerciali plurilaterali;
2. il WTO fornisce un contesto nel cui ambito si possono svolgere negoziati tra i suoi membri per quanto riguarda le loro relazioni commerciali multilaterali nei settori contemplati dagli accordi riportati in allegato al presente accordo. Il WTO può inoltre fungere da ambito per ulteriori negoziati tra i suoi membri per quanto riguarda le loro relazioni commerciali multilaterali e da contesto per l'applicazione dei risultati di tali negoziati, secondo le modalità eventualmente decise da una Conferenza dei ministri;
3. il WTO amministra l'intesa sulle norme e sulle procedure che disciplinano la risoluzione delle controversie [...]
Inoltre:
4. al fine di rendere più coerente la determinazione delle politiche economiche a livello globale, il WTO coopera, se del caso, con il Fondo Monetario Internazionale e con la Banca mondiale e con le agenzie ad essa affiliate;
pertanto, le tre funzioni principali del WTO sono quelle di seguito indicate:
• è un forum negoziale per la discussione sulla normativa del commercio internazionale (nuova ed esistente);
• è un insieme di regole e norme che disciplinano il commercio internazionale al fine di liberalizzare gli scambi in ambito globale;
• è un organismo per la risoluzione delle dispute internazionali sul commercio.
Struttura organizzativa
Politiche Speciali
Le principali funzioni dell’organizzazione riguardano negoziazioni commerciali e regole di commercio multilaterale; ad ogni modo, il WTO pone in essere quattro particolari politiche a supporto di quattro relative funzioni.
- Assistenza alle economie in via di sviluppo e transizione: il WTO presta molta attenzione a tali paesi, cercando di analizzarne i bisogni e risolverne i problemi. Un elevato numero di programmi sono implementati insieme con le altre organizzazioni internazionali. Inoltre, i paesi meno sviluppati ricevono aiuto dal punto di vista commerciale e delle tariffe relativamente ai loro interessi nelle esportazioni e nella partecipazione ai diversi organi dell’organizzazione.
- Aiuto specializzato per la promozione delle esportazioni: il Centro per il Commercio Internazionale assiste i paesi in via di sviluppo nella formulazione ed implementazione dei programmi per la promozione delle esportazioni ma anche per le operazioni e tecniche di importazione. Il Centro è stato istituito dal GATT nel 1964 ed opera in collaborazione con il WTO e l’UNCTAD, la Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo. I paesi meno sviluppati possono usufruire liberamente dell’aiuto del Centro.
- Cooperazione nelle politiche economiche globali: il WTO opera con organizzazioni internazionali quali il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale ed altre istituzioni multilaterali per un maggior livello di coerenza nell’implementazione di politiche economiche globali.
- Comunicazione dell’introduzione di nuove misure di commercio o variazioni di quelle già esistenti: tutti i paesi membri hanno l’obbligo di informare il WTO circa le azioni rilevanti poste in essere affinché la loro implementazione possa essere monitorata dall’organizzazione.
Organizzazione e Struttura
Il WTO presenta la tradizionale architettura “tripartita” delle organizzazioni internazionali che affianca ad un organo plenario a competenza generale, un organo esecutivo ed un Segretariato con a capo un Direttore Generale.
La struttura istituzionale del WTO prevede una Conferenza Ministeriale composta da tutti i Membri, cui è affidato lo svolgimento dei compiti istituzionali e che si riunirà almeno una volta ogni due anni; un Consiglio Generale, anch’esso composto dai rappresentanti di tutti gli Stati Membri, che si occuperà di espletare tutte le funzioni cui e preposta l’WTO negli intervalli tra le sessioni della Conferenza Ministeriale. Il Consiglio è articolato in tre rami operativi: il comitato per la composizione delle controversie, il comitato per l’esame delle politiche commerciali e tre consigli specifici sulle merci, sui servizi e la proprietà intellettuale. Esso inoltre, costituisce un organismo a cui è preposta la gestione del sistema integrato di risoluzione delle controversie (Dispute Settlement Body - DSB) e l’analisi delle politiche commerciali (Trade Policy Review Body).
Il Direttore generale del WTO è nominato dalla Conferenza dei ministri e questo, a sua volta, nomina i funzionari del Segretariato; ha responsabilità amministrative e gestionali e, come stabilito dall’Accordo istitutivo, ha il compito di presentare il bilancio annuale di previsione e il rendiconto finanziario al Comitato bilancio e, una volta approvati, al Consiglio generale. Il Direttore generale ha il compito di rappresentare l’Organizzazione nei rapporti con gli altri soggetti giuridici, svolgendo anche la funzione di depositario dei contratti. Inoltre, l’art. 4 dell’Accordo prevede che, sia il Direttore generale che i funzionari del Segretariato, essendo a capo di un’organizzazione internazionale, mantengano un ruolo super partes.
Sono organi sussidiari permanenti:
- Consiglio per gli scambi di merci;
- Consiglio per gli scambi di servizi;
- Consiglio per gli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio.
Essi operano sotto la direzione del Consiglio generale e si riuniscono per lo svolgimento delle funzioni ad essi attribuiti dai relativi accordi. A questi si aggiungono una serie di Comitati specifici che si occupano di questioni circoscritte ma allo stesso tempo rilevanti per il buon funzionamento dell’Organizzazione o per l’applicazione del relativo ordinamento, con compiti attribuiti loro dall’Accordo istitutivo del WTO, dagli Accordi commerciali multilaterali e dal Consiglio generale. Sono Comitati specifici:
- Comitato commercio e sviluppo;
- Comitato restrizioni per motivi della bilancia dei pagamenti;
- Comitato bilancio, finanze e amministrazione;
- Comitato commercio e ambiente;
- Comitato sugli accordi commerciali regionali.
Procedure di Decisione e Round di Negoziali
Diversamente da quanto generalmente accade nelle organizzazioni internazionali (che adottano le proprie decisioni sulla base dei voti della maggioranza), la procedura decisionale del WTO rimane ancorata al principio del consensus. Il processo decisionale dell’WTO prende avvio con consultazioni informali e riunioni dei diversi Consigli e Comitati. L’assunzione delle decisioni avviene senza una decisione formale per consensus, tale criterio non prevede l’accordo unanime degli stati membri ma l’assenza di opposizione formale degli stessi alla proposta. In quest’ultimo caso è necessario ricorrere al meccanismo di voto secondo la regola un membro, un voto, indipendentemente dal peso in termini demografici ed economici dei paesi. La votazione dovrà raggiungere la maggioranza richiesta, diversa a seconda del contenuto, della tipologia degli emendamenti e degli effetti degli atti in discussione. Modifiche di principi generali, quali quello della nazione più favorita o quello del trattamento nazionale, richiedono l’unanimità. Per contenuti diversi è necessaria la maggioranza dei due terzi dei membri, e dei tre quarti per adozione di interpretazioni o concessione di deroghe. Nei casi non specificati e in presenza di mancato consenso si fa ricorso all’approvazione con maggioranza semplice. Tale meccanismo comporta il vantaggio di incoraggiano gli Stati membri a proporre ed adottare decisioni che siano le più largamente condivisibili e condivise; per contro gli svantaggi di tale sistema sono invece l'allungamento dei tempi necessari e nel numero dei round negoziali necessari a raggiungere il consenso per l'adozione delle decisioni.
Rapporto tra WTO e UE
L’articolo 113 del il Trattato di Roma (successivamente modificato dal Trattato di Maastricht) attribuisce all'Unione Europea una competenza esclusiva in materia di politica commerciale:
"1. La politica commerciale comune è fondata su principi uniformi, specialmente per quanto concerne le modificazioni tariffarie, la conclusione di accordi tariffari e commerciali, l'uniformazione delle misure di liberalizzazione, la politica di esportazione, nonché le misure di difesa commerciale tra cui quelle da adottarsi in casi di dumping e di sovvenzioni. [...]
2. La Commissione presenta al Consiglio proposte per l'attuazione della politica commerciale comune.
3. Qualora si debbano negoziare accordi con uno o più Stati o organizzazioni internazionali, la Commissione presenta raccomandazioni al Consiglio, che l'autorizza ad aprire i negoziati necessari. Tali negoziati sono condotti dalla Commissione [...]".
Di conseguenza, l'Unione Europea ha sempre partecipato, per successione nei diritti e negli obblighi dei propri Stati membri, ai negoziati del GATT prima e del WTO poi.
Doha Round. Sviluppo e Prospettive del WTO
(vedi anche WTO e Accordi di Bali: dall'Uruguay Round al Doha Round)
Dopo la conclusione dell’ Uruguay Round nel 1994, nel novembre del 2001 si è svolta a Doha (Qatar) la quarta conferenza ministeriale del WTO che ha dato avvio ai Doha Round, ultimi negoziati commerciali in seno all’Organizzazione. Questi negoziati si sono conclusi quando i Ministri del Commercio di 160 Paesi membri del WTO nel dicembre 2013 hanno siglato a Bali in Indonesia uno storico accordo in relazione alla liberalizzazione del commercio internazionale. Questo accordo ha concluso la serie di negoziati, durati più di dieci anni, in cui i temi trattati, noti anche come Doha Development Agenda (DDA), sono stati molteplici: agricoltura, servizi, regole WTO, procedura per la soluzione delle controversie, commercio elettronico, Aspetti dei Diritti di Proprietà Intellettuale attinenti al Commercio (ADPIC), “Temi di Singapore” (investimenti esteri, politiche della concorrenza, trasparenza negli appalti pubblici, agevolazione del commercio). Le regole derivanti dalla discussione di tali tematiche sarebbero dovute confluire, entro il 2005, nella conclusione di un Accordo Unico (single undertaking, procedura che obbliga i Paesi membri ad accettare l’intero pacchetto di accordi oppure a rifiutarlo in blocco). Al contrario, le negoziazioni hanno subito nella Conferenza di Cancun del 2003 un momento di stallo e divisione tra i Paesi avanzati (Unione Europea, Stati Uniti) e i Paesi emergenti (Brasile, Cina, India, Corea del Sud, Sudafrica). Dopo la fase di stallo e la ripresa dei negoziati, l’accordo finale di Bali (noto anche come “Doha light”) del dicembre 2013, sancisce definitivamente la conclusione dei Doha Round.
Redattori: fa