nuovissima Enciclopedia di banca, borsa e finanza

Lettera selezionata: W

  • WALL STREET

    Strada di New York presso la punta sud di Manhattan, tra Broadway e l’East River. Deve il nome a un’antica muraglia eretta all’epoca coloniale a difesa dalle scorrerie indiane e la fama all’avere la più grande concentrazione al mondo di operatori della finanza nazionale e internazionale e all’essere al centro del distretto con la più grande concentrazione di banche e di intermediari finanziari del mondo. Nella strada ha operato il New York Stock Exchange (NYSE) dal 1817 (i primi brokers dal 1792) e al n. 11 si aprono i suoi uffici costruiti nel 1922 (ma lo storico palazzo del 1903 con il pronao noto in tutto il mondo si affaccia nella vicina Broad Street al n. 18). In Wall Street si apre anche l’American Stock Exchange (AMEX). L’espressione Wall Street senza altra specificazione è impiegata tanto come sinonimo di NYSE, quanto in senso generico per indicare insieme le borse di New York (NYSE, AMEX e talvolta anche il NASDAQ), o, in senso ancora più esteso, l’insieme delle società e delle attività finanziarie che gravitano nel distretto di Wall Street.

  • WALL STREET JOURNAL

    È il maggior quotidiano finanziario del mondo, pubblicazione di bandiera della Dow Jones & Company, fondato da Charles Henry Dow (1851-1902). Appare a New York dall’8.7.1889 ed è ora pubblicato anche sul web (nel sito di WSJ.com). All’edizione statunitense, Dow Jones ha aggiunto nel 1946 la Far Eastern Economic Review (Hong Kong), nel 1976 The Asian Wall Street Journal (Hong Kong; ha anche una Weekly Edition), nel 1983 The Wall Street Journal Europe (Bruxelles). Negli USA appare inoltre dal 1999 The Wall Street Journal Sunday, inserto in giornali locali, con una circolazione complessiva di circa 10 milioni di copie. Altra pubblicazione statunitense, solo nel periodo scolastico e riservata agli studenti delle high schools, è The Wall Street Journal Classroom Edition. Fuori degli USA appaiono The Wall Street Journal Special Editions (dal 1994), scelta di articoli del Journal inseriti nelle lingue nazionali in 38 giornali nel mondo e The Wall Street Journal Americas, inserto in spagnolo e portoghese in 28 giornali dell’America latina.

  • WAN

    Acr. di: Wide Area Network. Rete che fornisce servizi di comunicazione in un’area geografica più estesa di quella servita da un retelocale o da una rete metropolitana e che può fornire o fare uso di servizi di comunicazione pubblica, come p.e. collegamenti telefonici. (v.LAN; MAN).

  • WAP

    Acr. di: Wireless Application Protocol. Tecnologia (messa a punto da Motorola, Ericsson e Nokia) per il collegamento di dispositivi elettronici portatili (quali telefoni cellularie computer palmari) al sistema Internet di posta elettronica o a siti Internet specificamente realizzati (oppure contenenti solo testo). Le pagine Internet consultabili da dispositivi con tecnologia WAP sono realizzate con il linguaggio di programmazione WML.

  • WARRANT

    Lett.: nota di pegno. Nel linguaggio di borsa tale termine indica materialmente un buono di sottoscrizione trasferibile che conferisce al portatore il diritto di ottenere, ad un dato prezzo ed entro un certo periodo di tempo, un certo quantitativo di titoli (c.d. back bonds). Può essere collegato sia ad un’obbligazione (è il caso più frequente) che ad un’azione, oppure essere emesso autonomamente. Quando il titolo sottostante è rappresentato da un’azione, le obbligazioni cum warrant sono, per molti versi, accomunabili alle obbligazioni convertibili o doppie. Se ne differenziano, tuttavia, per un aspetto essenziale, e cioè la negoziabilità del diritto di sottoscrizione separatamente dal titolo originario, il quale diventa così ex warrant. Il warrant si configura come un contratto di opzione di tipo europeo, o americano o, più spesso, bermudan (v. opzioni, sub 4.b.5), cioè esercitatile in diversi momenti predefiniti (periodi di esercizio) durante l’intera vita del contratto. I warrant sono sottoscritti insieme all’emissione dei titoli e sono staccabili da questi per essere negoziati autonomamente nel mercato secondario. Le negoziazioni avvengono principalmente nel Mercato telematico azionario (MTA), nel dopoborsa (TAH), nel Mercato ristretto. I covered warrant sono trattati in un mercato a parte (MCW).

  • WASHINGTON CONSENSUS

    Programma di riforme economiche orientate al mercato per promuovere la crescita economica dell’America Latina suggerito dalla Banca mondiale nel 1989 e adottato dai principali. L’espressione è stata coniata dall’estensore John Williamson, economista al Fondo monetario e alla Banca mondiale. Il Washington consensus (dove “consensus” ha il significato di agreement, accordo) comprende una serie di riforme che la Banca mondiale riteneva necessarie per i Paesi dell’America latina e che questi si impegnavanoa realizzare. L’elenco è stato riassunto dalla Banca mondiale in dieci punti: contenimento del deficit pubblico, reindirizzo della spesa pubblica verso l’istruzione, la sanità e gli investimenti infrastrutturali, riforma tributaria con estensione della base imponibile e riduzione delle aliquote marginali, determinazione dei tassi di interesse e del tasso di cambio rimessa al mercato, liberalizzazione degli scambi, apertura agli investimenti esteri, privatizzazione delle imprese pubbliche, deregulation, garanzie stituzionali per i property rights. Le stesse condizioni sono state più o meno imposte dall’Unione europea nell’assistenza ai Paesi dell’est ex comunisti e le repubbliche sorte dalla dissoluzione dell’URSS. Il Washington Consensus è stato ripreso e riscritto in 73 punti nel Monterrey Consensus, un documento approvato dai Capi di Stato convenuti a Monterrey nel marzo 2002 per l’UN International Conference on Financing for Development.

  • WATCHLIST

    Liste personali, costruite da operatori e privati investitori, per monitorare l’andamento di attività finanziarie di interesse. Sono aggiornate periodicamente per lo più con collegamento (anche in linea) con siti di borse e informatori finanziari.

  • WEALTH MANAGEMENT

    E' il servizio di gestione di patrimoni, costituiti di beni e valori immobiliari e/o mobiliari (comprese le aziende e le opere d'arte), che si sviluppa attraverso le sinergie di professionalità diverse quali consulenti finanziari, fiscali, legali, estimatori.

  • WEEK-END

    Deposito interbancario, che veniva negoziato tipicamente sul mercato delle eurovalute, avente la durata di un fine settimana. Esso era effettuato il venerdì ed estinto il lunedì successivo, contestualmente al computo e alla liquidazione degli interessi.

  • WELFARE STATE

    Viene variamente tradotto in it.: Stato di benessere, Stato sociale, Stato assistenziale. Sistema sociale in cui lo Stato garantisce a tutti i cittadini un livello minimo di reddito disponibile (anche quando sono inabili, anziani, disoccupati) e l’accesso a una serie di servizi, dichiarati socialmente indispensabili ma che sono offerti sul mercato a prezzi e condizioni che escludono certe fasce di cittadini meno abbienti o che sono prodotti in quantità insufficiente a un certo livello di bisogno.

  • WESTERN BALKANS

    Denominazione con cui si indicava fino a qualche anno fa, l’insieme degli Stati dei Balcani occidentali non membri dell’UE e cioè: Bulgaria, Croazia, Macedonia, Romania, Slovenia, Iugoslavia (oggi Serbia e Montenegro).

  • WHITE KNIGHT

    Persona fisica o società amica a cui una società oggetto di un’offerta pubblica di acquisto (takeover) non gradita si offre in vendita, preferendola all’offerente iniziale. La tattica di difesa è conosciuta col nome di white khight defence. Simile è la white squire defence che, in caso di potenziale takeover, la società in pericolo pone in atto facendo raccogliere proprie azioni da una società o una persona amica in modo da dissuadere un possibile raider o da impedire il successo di una sua iniziativa avviata.

  • WHOLESALE BANKING

    Trad. in it.: banca all’ingrosso. Attività di banca (o sezione di una banca) che concentra i suoi rapporti con una clientela ristretta e qualificata, composta prevalentemente da grandi imprese, governi e grandi amministrazioni pubbliche. Di regola non ha filiali. svolge l’attività presso la sede centrale con poco personale altamente specializzato, fa provvista sull’interbancario, compie prestiti e operazioni di notevole ammontare e sofisticazione, è specializzata nell’ingegneria finanziaria. Contr.: retail banking. V. anche: corporate banking.

  • WI MARKET

    Acr. di: When Issued Market. Con tale espressione viene indicata negli Stati Uniti quella componente del mercato secondario dei titoli del Tesoro in cui i titoli (Treasuries) vengono scambiati prima dell’effettiva emissione da parte del Tesoro, in altri termini dal giorno in cui l’asta viene annunciata al giorno in cui viene attuata.

    Bibliografia
    FABOZZI F., MODIGLIANI  F. e  JONES  F. (2010), Foundation of Financial Markets and Institutions, Pearson International Edition.

    Redattore: Bianca GIANNINI
    © 2010 ASSONEBB

  • WIDIBA

    Banca on line del gruppo Monte dei Paschi di Siena. Dal lancio sul mercato nel settembre 2014, Widiba non ha mai smesso di percorrere la strada del cambiamento. È costante la sua crescita su tutti gli indicatori, grazie agli investimenti di natura commerciale, all’ampliamento dell’offerta, agli sviluppi tecnologici per l’innovazione, all’affermazione del brand e a una customer experience di giorno in giorno più vicina ai desideri delle persone.

    Sul sito web Widiba sono disponibili i numeri, articoli che dicono di persone, di risultati, di fatti concreti, danno conto dei nuovi progetti che ogni giorno diventano realtà e del nostro modo di intendere la banca.

    Widiba offre una piattaforma online completamente personalizzabile e una rete di 628 Consulenti finanziari presenti su tutto il territorio. Ha debuttato sul mercato nel settembre 2014, dopo un anno di condivisione con oltre 150 mila utenti che hanno contribuito concretamente alla sua nascita: dall’ideazione e selezione del nome (WIse-DIalog-BAnk) alla proposta di 3.500 idee che si sono trasformate in servizi e prodotti che vengono offerti alla clientela.

    Oggi Widiba è una banca a 360° che coniuga una piattaforma tecnologica nsieme alla consulenza professionale dei Personal Advisor, ascolto e attenzione nella costruzione di relazioni profonde e durature.

  • WINDOW DRESSING

    Politiche di bilancio poste in essere dalle banche al fine di soddisfare formalmente obiettivi dimensionali, gestionali e di immagine, che rendono le evidenze contabili non conformi alla reale situazione aziendale e quindi scarsamente conoscibili dai terzi. Alcuni esempi possono essere forniti dalle tecniche di capitalizzazione degli interessi e di contabilizzazione dei giorni valuta o, ancora,dalle movimentazioni di fine anno dei conti interbancari e dei depositi della clientela ordinaria.

  • WML

    Acr. di: Wireless Markup Language. Linguaggio di programmazione per la realizzazione di pagine Internet consultabili da dispositivi con tecnologia WAP. Il WML è una derivazione del HDML.

  • WORKING CAPITAL CREDIT

    Credito di esercizio, tipicamente a breve, concesso da una banca a un’impresa per finanziarne il capitale circolante.

  • WORKSTATION

    Dispositivo di notevoli prestazioni, a metà strada fra il personal computer e il minielaboratore, dotato di schermo a elevata risoluzione, generalmente destinato ad applicazioni grafiche avanzate (quali la progettazione assistita dal computer-CAD).

  • WORLD BANK GROUP

    Il Gruppo della Banca Mondiale comprende cinque organizzazioni: l’International Bank for Reconstruction and Development (IBRD; v. BIRS), l’International Development Association (IDA), l’International Finance Corporation (IFC), la Multilateral Investment Guarantee Agency (MIGA) e l’International Centre for the Settlement of Investment Disputes (ICSID). Per ciascuno di questi v. ai rispettivi rinvii.

  • WORLD ECONOMIC FORUM (WEF)

    Il World Economic Forum (WEF), è una organizzazione internazionale che periodicamente riunisce personalità politiche ed economiche mondiali per discutere e definire le politiche del futuro. Ha sede a Ginevra, in Svizzera ed è stato fondato nel 1971 ma è conosciuto soprattutto per l'incontro che si tiene ogni fine gennaio nella località sciistica di Davos, dove vengono discussi i problemi economici e sociali del mondo. A questo evento partecipano Presidenti e Capi di Governo, direttori generali delle principali organizzazioni economiche, rappresentanti di organizzazioni non-governative (ONG), intellettuali e accademici. Nei suoi intenti, il WEF ha come obiettivo il miglioramento economico e sociale dello status mondiale. Tra i successi che vanta di aver ottenuto negli ultimi tempi ci sono l'adozione di un piano globale per debellare la tubercolosi (2006), e l'adozione in ambito G-8 delle iniziative sulla lotta alla povertà e sui cambiamenti climatici. Oltre al meeting di Davos, il WEF tiene una serie di incontri regionali ogni anno e conclude studi con i quali vengono analizzati i contributi dell'economia in ambito di sviluppo.

    Redattore: Giovanni AVERSA

  • WORLD TRADE ORGANIZATION - WTO (ENCICLOPEDIA)

    Abstract

    (fr.: Organisation Mondiale du Commerce-WTO, it. Organizzazione Mondiale del Commercio- OMC). Il WTO è un'organizzazione mondiale nata dalla trasformazione del GATT (General Agreement on Tariffs and Trade) da accordo internazionale a organizzazione permanente cui spetta il compito di gestire tutte le intese scaturite dall’Uruguay Round. Del GATT, la nuova organizzazione ha recepito gli accordi e le convenzioni adottati, tra i più importanti il GATT, il General Agreement on Trade in Services (GATS) e The Agreement on Trade Related Aspects of Intellectual Property Rights (TRIPS), con l'incarico di amministrarli ed estenderli. A differenza del GATT, che non aveva una vera e propria struttura organizzativa istituzionalizzata, il WTO prevede invece una struttura comparabile a quella di analoghi organismi internazionali. Il WTO, che ha iniziato a operare dal 1°.1.1995, completa il disegno originario degli Accordi di Bretton Woods che prevedeva, accanto al Fondo Monetario Internazionale (FMI) e alla Banca mondiale, una terza istituzione dedicata al commercio, rimasta sulla carta per la bocciatura del congresso americano. Il GATT rimase quindi in vita come intesa tra le parti, ma senza i poteri di una vera e propria organizzazione internazionale. La trasformazione in Organizzazione si è imposta nel corso dell’Uruguay Round, l’ottavo round delle negoziazioni multilaterali, proprio per rafforzarne l’autorità in vista dell’aumento delle competenze. Rientrano infatti sotto la sua giurisdizione i 28 accordi siglati a Marrakech il 15.4.1994, che riguardano il commercio internazionale dei beni industriali, dei prodotti agricoli, dei servizi e la tutela dei diritti sulla proprietà intellettuale.

    Principi e funzioni

    Caratteristiche fondamentali del WTO organismo sono:

    a) la gestione di un efficace sistema di regolamento delle controversie, applicabile a tutte le aree di competenza della WTO (beni materiali, servizi, proprietà intellettuale); viene infatti abbandonata la natura “conciliatoria” a favore di un sistema più “giurisdizionale”, soprattutto attraverso l’introduzione di automatismi che impediscono il rischio della paralisi della procedura la quale dovrebbe essere portata a compimento entro sedici mesi;

    b) l’impegno di tutti i paesi Membri a uniformare le proprie legislazioni nazionali alle regole del GATT (il par. 4 dell’art. XVI obbliga ciascun Membro a conformare leggi, regolamenti e procedure amministrative nazionali alle disposizioni stabilite dagli Accordi multilaterali; la disposizione è volta a rafforzare la prevalenza degli impegni presi in sede internazionale rispetto alle normative interne, rafforzando e consolidando il funzionamento del sistema multilaterale degli scambi);

    c) la rinuncia a misure unilaterali di ritorsione.

    La missione dell'Organizzazione è costruire un sistema commerciale così strutturato:

    - senza discriminazioni: ossia gli Stati non dovrebbero attuare alcun tipo di discriminazione verso i loro partner commerciali, riconoscendo equamente il loro lo status di "nazione più favorita"; inoltre non dovrebbero compiere discriminazioni tra prodotti e servizi nazionali o esteri, riservando loro il "trattamento nazionale";

    - più libero: riducendo le barriere al commercio attraverso negoziazioni; tali ostacoli includono imposte e dazi e misure quali divieti alle importazioni o quote che riducono, secondo determinati criteri, le quantità di tali importazioni;

    - prevedibile: compagnie, investitori e governi stranieri, dovrebbero avere la certezza che barriere al commercio, incluse le barriere tariffarie e non tariffarie, non aumentino arbitrariamente; la riduzione delle tariffe e gli sforzi all’apertura dei mercati costituiscono elementi caratteristici dell’attività dell’Organizzazione;

    - maggiormente competitivo: scoraggiando pratiche commerciali scorrette come i sussidi alle esportazioni e il dumping, procedura di vendita sui mercati esteri ad un prezzo inferiore a quello di vendita sul mercato di origine per guadagnare maggiori quote di mercato;

    - maggiormente vantaggioso per i paesi in via di sviluppo: concedendo loro più tempo per potersi adattare "alle vigenti norme", maggior flessibilità e privilegi speciali.

    Relativamente alle funzioni del WTO l'Articolo III dell'Accordo di Marrakech stabilisce quanto segue:

    1. il WTO favorisce l'attuazione, l'amministrazione e il funzionamento del presente accordo e degli accordi commerciali multilaterali, ne persegue gli obiettivi e funge da quadro per l'attuazione, l'amministrazione e il funzionamento degli accordi commerciali plurilaterali;

    2. il WTO fornisce un contesto nel cui ambito si possono svolgere negoziati tra i suoi membri per quanto riguarda le loro relazioni commerciali multilaterali nei settori contemplati dagli accordi riportati in allegato al presente accordo. Il WTO può inoltre fungere da ambito per ulteriori negoziati tra i suoi membri per quanto riguarda le loro relazioni commerciali multilaterali e da contesto per l'applicazione dei risultati di tali negoziati, secondo le modalità eventualmente decise da una Conferenza dei ministri;

    3. il WTO amministra l'intesa sulle norme e sulle procedure che disciplinano la risoluzione delle controversie [...]

    Inoltre:

    4. al fine di rendere più coerente la determinazione delle politiche economiche a livello globale, il WTO coopera, se del caso, con il Fondo Monetario Internazionale e con la Banca mondiale e con le agenzie ad essa affiliate;

    pertanto, le tre funzioni principali del WTO sono quelle di seguito indicate:

    • è un forum negoziale per la discussione sulla normativa del commercio internazionale (nuova ed esistente);

    • è un insieme di regole e norme che disciplinano il commercio internazionale al fine di liberalizzare gli scambi in ambito globale;

    • è un organismo per la risoluzione delle dispute internazionali sul commercio.
    Struttura organizzativa

    Politiche Speciali

    Le principali funzioni dell’organizzazione riguardano negoziazioni commerciali e regole di commercio multilaterale; ad ogni modo, il WTO pone in essere quattro particolari politiche a supporto di quattro relative funzioni.

    - Assistenza alle economie in via di sviluppo e transizione: il WTO presta molta attenzione a tali paesi, cercando di analizzarne i bisogni e risolverne i problemi. Un elevato numero di programmi sono implementati insieme con le altre organizzazioni internazionali. Inoltre, i paesi meno sviluppati ricevono aiuto dal punto di vista commerciale e delle tariffe relativamente ai loro interessi nelle esportazioni e nella partecipazione ai diversi organi dell’organizzazione.

    - Aiuto specializzato per la promozione delle esportazioni: il Centro per il Commercio Internazionale assiste i paesi in via di sviluppo nella formulazione ed implementazione dei programmi per la promozione delle esportazioni ma anche per le operazioni e tecniche di importazione. Il Centro è stato istituito dal GATT nel 1964 ed opera in collaborazione con il WTO e l’UNCTAD, la Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo. I paesi meno sviluppati possono usufruire liberamente dell’aiuto del Centro.

    - Cooperazione nelle politiche economiche globali: il WTO opera con organizzazioni internazionali quali il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale ed altre istituzioni multilaterali per un maggior livello di coerenza nell’implementazione di politiche economiche globali.

    - Comunicazione dell’introduzione di nuove misure di commercio o variazioni di quelle già esistenti: tutti i paesi membri hanno l’obbligo di informare il WTO circa le azioni rilevanti poste in essere affinché la loro implementazione possa essere monitorata dall’organizzazione.

    Organizzazione e Struttura

    Il WTO presenta la tradizionale architettura “tripartita” delle organizzazioni internazionali che affianca ad un organo plenario a competenza generale, un organo esecutivo ed un Segretariato con a capo un Direttore Generale.

    La struttura istituzionale del WTO prevede una Conferenza Ministeriale composta da tutti i Membri, cui è affidato lo svolgimento dei compiti istituzionali e che si riunirà almeno una volta ogni due anni; un Consiglio Generale, anch’esso composto dai rappresentanti di tutti gli Stati Membri, che si occuperà di espletare tutte le funzioni cui e preposta l’WTO negli intervalli tra le sessioni della Conferenza Ministeriale. Il Consiglio è articolato in tre rami operativi: il comitato per la composizione delle controversie, il comitato per l’esame delle politiche commerciali e tre consigli specifici sulle merci, sui servizi e la proprietà intellettuale. Esso inoltre, costituisce un organismo a cui è preposta la gestione del sistema integrato di risoluzione delle controversie (Dispute Settlement Body - DSB) e l’analisi delle politiche commerciali (Trade Policy Review Body).

    Il Direttore generale del WTO è nominato dalla Conferenza dei ministri e questo, a sua volta, nomina i funzionari del Segretariato; ha responsabilità amministrative e gestionali e, come stabilito dall’Accordo istitutivo, ha il compito di presentare il bilancio annuale di previsione e il rendiconto finanziario al Comitato bilancio e, una volta approvati, al Consiglio generale. Il Direttore generale ha il compito di rappresentare l’Organizzazione nei rapporti con gli altri soggetti giuridici, svolgendo anche la funzione di depositario dei contratti. Inoltre, l’art. 4 dell’Accordo prevede che, sia il Direttore generale che i funzionari del Segretariato, essendo a capo di un’organizzazione internazionale, mantengano un ruolo super partes.
    Sono organi sussidiari permanenti:

    - Consiglio per gli scambi di merci;
    - Consiglio per gli scambi di servizi;
    - Consiglio per gli aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio.

    Essi operano sotto la direzione del Consiglio generale e si riuniscono per lo svolgimento delle funzioni ad essi attribuiti dai relativi accordi. A questi si aggiungono una serie di Comitati specifici che si occupano di questioni circoscritte ma allo stesso tempo rilevanti per il buon funzionamento dell’Organizzazione o per l’applicazione del relativo ordinamento, con compiti attribuiti loro dall’Accordo istitutivo del WTO, dagli Accordi commerciali multilaterali e dal Consiglio generale. Sono Comitati specifici:

    - Comitato commercio e sviluppo;
    - Comitato restrizioni per motivi della bilancia dei pagamenti;
    - Comitato bilancio, finanze e amministrazione;
    - Comitato commercio e ambiente;
    - Comitato sugli accordi commerciali regionali.

    Procedure di Decisione e Round di Negoziali

    Diversamente da quanto generalmente accade nelle organizzazioni internazionali (che adottano le proprie decisioni sulla base dei voti della maggioranza), la procedura decisionale del WTO rimane ancorata al principio del consensus. Il processo decisionale dell’WTO prende avvio con consultazioni informali e riunioni dei diversi Consigli e Comitati. L’assunzione delle decisioni avviene senza una decisione formale per consensus, tale criterio non prevede l’accordo unanime degli stati membri ma l’assenza di opposizione formale degli stessi alla proposta. In quest’ultimo caso è necessario ricorrere al meccanismo di voto secondo la regola un membro, un voto, indipendentemente dal peso in termini demografici ed economici dei paesi. La votazione dovrà raggiungere la maggioranza richiesta, diversa a seconda del contenuto, della tipologia degli emendamenti e degli effetti degli atti in discussione. Modifiche di principi generali, quali quello della nazione più favorita o quello del trattamento nazionale, richiedono l’unanimità. Per contenuti diversi è necessaria la maggioranza dei due terzi dei membri, e dei tre quarti per adozione di interpretazioni o concessione di deroghe. Nei casi non specificati e in presenza di mancato consenso si fa ricorso all’approvazione con maggioranza semplice. Tale meccanismo comporta il vantaggio di incoraggiano gli Stati membri a proporre ed adottare decisioni che siano le più largamente condivisibili e condivise; per contro gli svantaggi di tale sistema sono invece l'allungamento dei tempi necessari e nel numero dei round negoziali necessari a raggiungere il consenso per l'adozione delle decisioni.

    Rapporto tra WTO e UE

    L’articolo 113 del il Trattato di Roma (successivamente modificato dal Trattato di Maastricht) attribuisce all'Unione Europea una competenza esclusiva in materia di politica commerciale:

    "1. La politica commerciale comune è fondata su principi uniformi, specialmente per quanto concerne le modificazioni tariffarie, la conclusione di accordi tariffari e commerciali, l'uniformazione delle misure di liberalizzazione, la politica di esportazione, nonché le misure di difesa commerciale tra cui quelle da adottarsi in casi di dumping e di sovvenzioni. [...]

    2. La Commissione presenta al Consiglio proposte per l'attuazione della politica commerciale comune.

    3. Qualora si debbano negoziare accordi con uno o più Stati o organizzazioni internazionali, la Commissione presenta raccomandazioni al Consiglio, che l'autorizza ad aprire i negoziati necessari. Tali negoziati sono condotti dalla Commissione [...]".

    Di conseguenza, l'Unione Europea ha sempre partecipato, per successione nei diritti e negli obblighi dei propri Stati membri, ai negoziati del GATT prima e del WTO poi.

    Doha Round. Sviluppo e Prospettive del WTO

    (vedi anche WTO e Accordi di Bali: dall'Uruguay Round al Doha Round)

    Dopo la conclusione dell’ Uruguay Round nel 1994, nel novembre del 2001 si è svolta a Doha (Qatar) la quarta conferenza ministeriale del WTO che ha dato avvio ai Doha Round, ultimi negoziati commerciali in seno all’Organizzazione. Questi negoziati si sono conclusi quando i Ministri del Commercio di 160 Paesi membri del WTO nel dicembre 2013 hanno siglato a Bali in Indonesia uno storico accordo in relazione alla liberalizzazione del commercio internazionale. Questo accordo ha concluso la serie di negoziati, durati più di dieci anni, in cui i temi trattati, noti anche come Doha Development Agenda (DDA), sono stati molteplici: agricoltura, servizi, regole WTO, procedura per la soluzione delle controversie, commercio elettronico, Aspetti dei Diritti di Proprietà Intellettuale attinenti al Commercio (ADPIC), “Temi di Singapore” (investimenti esteri, politiche della concorrenza, trasparenza negli appalti pubblici, agevolazione del commercio). Le regole derivanti dalla discussione di tali tematiche sarebbero dovute confluire, entro il 2005, nella conclusione di un Accordo Unico (single undertaking, procedura che obbliga i Paesi membri ad accettare l’intero pacchetto di accordi oppure a rifiutarlo in blocco). Al contrario, le negoziazioni hanno subito nella Conferenza di Cancun del 2003 un momento di stallo e divisione tra i Paesi avanzati (Unione Europea, Stati Uniti) e i Paesi emergenti (Brasile, Cina, India, Corea del Sud, Sudafrica). Dopo la fase di stallo e la ripresa dei negoziati, l’accordo finale di Bali (noto anche come “Doha light”) del dicembre 2013, sancisce definitivamente la conclusione dei Doha Round.

     

    Redattori: fa

  • WORLDWIDE PRINCIPLE

    Lett.: principio mondiale. Principio dell’assoggettamento a tassazione di tutti i redditi, compresi quelli prodotti all’estero, dei contribuenti residenti in uno Stato (v.residenza fiscale). Il principio è applicato attualmente da molti Stati per l’imposizione diretta, in particolare le imposte sul reddito delle persone fisiche e delle persone giuridiche. L’applicazione rigida del principio da luogo alle forme di doppia imposizione.

  • WORSE

    Modo di indicare in passato in Inghilterra il titolo delle leghe auree con riferimento al titolo standard che era di 22 carati (su 24), ogni carato essendo suddiviso in 4 grani. Era worse (lett.: peggiore) il titolo inferiore a 22 carati, mentre era better (lett.: migliore) quello superiore e un lingotto o un oggetto d’oro poteva essere marchiato rispettivamente W o B, secondo il caso, con l’aggiunta di un numero che indicava lo scostamento dallo standard. Così un marchio W 0.3 indicava un contenuto di 21.1 (21 carati e 1 grano) di fino su 24, cioè 3 grani meno del titolo standard. Per l’argento si seguiva la stessa marchiatura in lettere, rispetto allo standard legale di 11.2 su 12 once di fino, essendo però l’oncia divisa in 20 pennyweight (11.2 significa 11 once e 2 pennyweight di fino su 12 once). W 0.8 indicava perciò un contenuto in fino inferiore di 0,8 pennyweight al titolo standard di 11.2.

  • WRITE BACK

    Lett.: reinserire. To write back indica la reintegrazione, anche parziale, di un valore precedentemente ridotto o stornato in seguito all’evidenza che il bene ha conservato un valore o che il credito è stato incassato. È la procedura inversa al write down e write off.

  • WRITE DOWN

    Lett.: depennare. La scrittura contabile con cui il valore contabile di un’attività viene ridotto o eliminato per perimento, finito ammortamento, svalutazione o, per i crediti inesigibilità ecc.

  • WRITE OFF

    Lett.: cancellare, stornare. To write off indica le operazioni di rettifica delle scritture per le partite che hanno perso valore in tutto o in parte. Per estensione significa anche pulizia del bilancio compiuta con la rettifica del valore delle immobilizzazioni, l’apposizione di accantonamenti a fondi rischi e oneri, la revisione dei crediti per i crediti incagliati, insofferenza, o inesigibili. Le perdite che emergono possono essere coperte con fondi preesistenti o con riserve e, se questi non sono sufficienti, con riduzione del capitale. L’operazione comporta in genere importanti rettifiche delle poste di bilancio ed è fatta in occasioni straordinarie,come l’entrata di nuovi soci o la privatizzazione delle imprese pubbliche.

  • WTO E ACCORDI DI BALI: DALL’URUGUAY ROUND AL DOHA ROUND (ENCICLOPEDIA)

    Abstract

    Dopo la conclusione dell’ Uruguay Round nel 1994, nel novembre del 2001 si è svolta a Doha (Qatar) la quarta conferenza ministeriale del World Trade Organization (WTO) che ha dato avvio ai Doha Round, ultimi negoziati commerciali in seno all’Organizzazione. Questi negoziati si sono conclusi quando i Ministri del Commercio di 160 Paesi membri del WTO nel dicembre 2013 hanno siglato a Bali in Indonesia uno storico accordo in relazione alla liberalizzazione del commercio internazionale. Questo accordo ha concluso la serie di negoziati, durati più di dieci anni, in cui i temi trattati, noti anche come Doha Development Agenda (DDA), sono stati molteplici: agricoltura, servizi, regole WTO, procedura per la soluzione delle controversie (vedi Dispute Settlement Body-DSB), commercio elettronico, Aspetti dei Diritti di Proprietà Intellettuale attinenti al Commercio (TRIPS), “Temi di Singapore” (investimenti esteri, politiche della concorrenza, trasparenza negli appalti pubblici, agevolazione del commercio). Le regole derivanti dalla discussione di tali tematiche sarebbero dovute confluire, entro il 2005, nella conclusione di un Accordo Unico (single undertaking, procedura che obbliga i Paesi membri ad accettare l’intero pacchetto di accordi oppure a rifiutarlo in blocco). Al contrario, le negoziazioni hanno subito nella Conferenza di Cancun del 2003 un momento di stallo e divisione tra i Paesi avanzati (Unione Europea, Stati Uniti) e i Paesi emergenti (Brasile, Cina, India, Corea del Sud, Sudafrica). Dopo la fase di stallo e la ripresa dei negoziati, l’accordo finale di Bali (noto anche come “Doha light”) del dicembre 2013, sancisce definitivamente la conclusione dei Doha Round.

    Meccanismi procedurali di negoziazione del WTO

    Il GATT (General Agreement on Trade and Tariffs) e, in seguito, il WTO sono gli organismi che hanno avuto, e hanno tuttora, il ruolo di perseguire obiettivi come il libero scambio, l’abbattimento delle frontiere doganali, delle tariffe, delle barriere tecniche al commercio e di tutto ciò che può ostacolare o falsare la libera concorrenza sul mercato globale. I principali meccanismi utilizzati dalla WTO per perseguire tali obiettivi sono principalmente i negoziati multilaterali denominati “Rounds”. I Rounds sono delle trattative commerciali periodiche, a conclusione delle quali, vengono stipulati veri e propri accordi internazionali, autonomi rispetto l’Accordo generale e destinati a vincolare solo gli Stati che formalmente li accettano. Gli accordi, che costituiscono le norme della WTO, sono in genere adottate per consensus tra tutti i membri. I Rounds economici internazionali sono uno strumento per cercare di regolamentare il mercato economico internazionale, dal dopoguerra ad oggi.

    Tab. 2: Growth in volume of world merchandise trade and GDP 2005-12 (annual percentage change):

    Source: WTO World Trade Report 2013

    L’utilizzo di un sistema multilaterale di negoziazione (Rounds) garantisce un maggiore consenso e beneficio per tutte le nazioni che vi prendono parte. Attraverso tali negoziati si stabiliscono le regole del commercio internazionale, con l’obiettivo di garantire stabilità per i mercati delle nazioni, favorendo la crescita e il libero scambio (come mostra la tabella 2). Contemporaneamente, l’utilizzo di un sistema negoziale basato sul consenso, da vita inevitabilmente a processi decisionali molto lunghi.

    Tab. 2: Growth in volume of world merchandise trade and GDP 2005-12 (annual percentage change):

    Source: WTO World Trade Report 2013

    Avvio del Doha Round

    L’ultimo ciclo di negoziati del WTO si tiene a Doha (Quatar) dal 9 al 13 novembre 2001 a conclusione del quale vengono adottate le dichiarazioni che costituiscono la Doha Development Agenda (DDA), documento che sancisce l’avvio dei Doha Rounds. La Development Agenda si inserisce all’interno di un contesto più generale di interesse per le tematiche dello sviluppo, la cui espressione massima sono i Millennium Development Goals approvati nella Dichiarazione del Millennio delle Nazioni Unite nel 2000.

    I temi trattati durante i quattro giorni della Conferenza riguardano:

    - agricoltura;
    - accesso al mercato dei prodotti non agricoli (NAMA - Non-agricultural Goods Market Access);
    - servizi;
    - rapporto tra investimento e commercio;
    - interazione tra commercio e politica di concorrenza;
    - “Temi di Singapore”(abbassamento dei dazi doganali sui prodotti delle tecnologie dell’informazione, apertura dei mercati dei servizi finanziari e apertura dei mercati nazionali delle telecomunicazioni, la riduzione degli oneri doganali);
    - trasparenza nella contrattazione pubblica;
    - aspetti dei diritti di proprietà intellettuale attinenti al commercio (ADPIC);
    - commercio e ambiente;
    - facilitazione degli scambi;
    - norme del WTO;
    - risoluzione delle controversie;
    - piccole economie;
    - commercio, debito e finanze;
    - commercio e trasferimento di tecnologie;
    - cooperazione tecnica e rafforzamento delle capacità;
    - paesi meno avanzati;
    - trattamento speciale e differenziato.

    Inoltre, alla Conferenza ministeriale di Doha si raggiunge un accordo sull’avvio del negoziato sui cosiddetti “Temi di Singapore” da lanciare alla Conferenza di Cancun da tenere due anni più tardi nel 2003. Infine, si decide di fissare una scadenza per la conclusione dei negoziati entro il 1° gennaio 2005.

    Fallimento della Conferenza Ministeriale di Cancun

    Il Doha Round della WTO ha una tappa decisiva nella Conferenza Ministeriale di Cancun (Messico) nel 2003. I temi trattati riguardano le relazioni tra commercio internazionale, investimenti esteri e concorrenza, nonché la trasparenza delle norme nelle procedure di acquisto pubbliche e facilitazioni nelle operazioni di sdoganamento e rilascio delle merci negli scambi internazionali. Nel corso della Conferenza emergono chiaramente i vari contrasti di natura politica ed economica: i Paesi in via di sviluppo non erano disposti ad accettare l’avvio di negoziati sui “Temi di Singapore”; gli Usa non volevano mettere in discussione i sussidi ai propri produttori di cotone; sulle tematiche agricole si riprodusse puntuale il contrasto tra USA e Unione Europea da una parte e il gruppo del G-20 dall’altra; contestualmente sulle denominazioni di origine si definiva una netta contrapposizione tra Ue e Svizzera da una parte, Usa e Australia dall’altra; sull’accesso al mercato per i prodotti non agricoli, infine, vi erano ancora sostanziali obiezioni da parte di molti PVS riguardo l’ampiezza delle riduzioni tariffarie.

    La Conferenza di Cancun si conclude con un nulla di fatto, sancendo la crisi del Doha Development Agenda (DDA) e dell’approccio multilaterale al tema del commercio mondiale.

    Principali Motivi di Impasse del Round

    Dopo il fallimento della Conferenza di Cancun, il negoziato del Doha round entra in una lunga fase di stallo. Gli esiti della Conferenza mostrano il declino dell’economia occidentale (USA e UE) e l’ascesa, nel commercio internazionale, di alcuni Paesi BRICS come Cina e Brasile (vedi anche accordo swap tra Cina e Brasile) e degli altri Paesi del G-20. Le istituzioni di Bretton Woods (Fondo Monetario Internazionale - FMI, Banca Mondiale e la stessa WTO) si fanno portavoce degli elevati costi per un eventuale fallimento di Doha a fronte dei guadagni potenziali in termini di ricchezza commerciale. Durante i dieci anni di negoziazione la struttura del commercio internazionale, e di conseguenza gli equilibri negoziali, muta profondamente visto il successo delle nuove potenze economiche. La disciplina del commercio internazionale, diviene particolarmente frazionata dalle molteplicità delle deroghe, dagli accordi preferenziali, bilaterali e multilaterali tra le nazioni. Il passare del tempo e i profondi e bruschi cambiamenti indotti dalla globalizzazione economica, quindi, trasformano inevitabilmente in obsoleti i principi su cui si basano le negoziazioni, mettendo in discussione i processi multilaterali e i meccanismi procedurali del WTO.

    Ripresa del Negoziato e Conclusione del Doha Round: Accordo di Bali

    Nel dicembre 2005 viene organizzata la sesta conferenza ministeriale del WTO ad Hong Kong con la quale si riaprono ufficialmente i negoziati sui temi discussi a Cancun e per rivitalizzare il Doha Round. L’appuntamento di Hong Kong consente di segnare nuovi passi in avanti nelle trattative e, soprattutto, di iniettare nuova fiducia nei meccanismi di funzionamento del WTO. Successivamente alla Conferenza di Hong Kong, i Rounds negoziali sono proseguiti a Ginevra, Potsdam fino ad arrivare all’accordo di Bali nel dicembre 2013.

    Secondo il rapporto pubblicato dal Peterson Institute for International Economics, il “Pacchetto di Bali” dovrebbe creare 1000 miliardi di dollari di ricchezza in più. Il pacchetto di misure messe a punto a Bali, conosciuto anche come “Doha light”, tuttavia, rappresenta meno del 10% del vasto programma di riforme lanciato originariamente a Doha. Esso non riguarda infatti tariffe o restrizioni quantitative, ma si concentra sull’eliminazione degli ostacoli di natura burocratica e amministrativa al commercio. Si chiudono parzialmente solamente tre dei diciannove capitoli negoziali originariamente aperti: il primo è la semplificazione burocratica delle pratiche doganali, attraverso un migliore utilizzo delle tecnologie della rete. Il secondo riguarda l'eccezione indiana, che chiedeva una deroga all'apertura delle frontiere, consentendo allo Stato di acquistare a prezzi sussidiati dai propri contadini derrate alimentari per fronteggiare il rischio di fame e povertà. Infine il terzo riguarda i PVS, eliminando parte dei dazi a scalare, cui erano sottoposti in caso di esportazione di prodotti lavorati solo in parte sul loro territorio.

    L’accordo, inoltre si compone di una parte dedicata a misure di semplificazione del commercio, agendo sulle cosiddette barriere non tariffarie, e di un’altra, dedicata alle necessità altre misure di sostegno alle Least Developed Countries (LDCs), che da anni sono anche il focus dell’azione dell’UE. Innanzitutto, è previsto l’impegno dei partner a garantire la rimozione di quote e dazi sulle importazioni di merci da questi Paesi, per un valore non inferiore al 97% del flusso commerciale bilaterale.

    Bibliografia

    DILIP K. DAS (2005), Doha Round of Multilateral Trade Negotiations: Arduous Issues and Strategic Responses, New York, Palgrave Macmillan

    GUERRIERI P. e SALVATICI L. (2008), Il Doha Round e il Wto. Una valutazione quantitativa degli scenari di liberalizzazione, Bologna, Il Mulino

    HOHMANN H. (2008), Agreeing and Implementing the Doha Round of the WTO, Cambridge, University Press

    RAVI DEVARAKONDA K. (2013), “Asymmetries mark WTO's Bali Accord”, Asia Times Online, 17 December

    RUSHFORD G. (2013), “India's Bali Debacle”, Wall Street Journal, 9 December

    SPAGNUOLO F. (2009), Globalizzazione e diritti umani. Il commercio dei servizi nella WTO, Pisa, Plus

    SYDNEY J. KEY (2003), The Doha Round and financial services negotiations, Washington D.C., Aei Press

    WORLD TRADE ORGANIZATION (2013) "Days 3, 4 and 5: Round-the-clock consultations produce 'Bali Package'”, WTO, 7 December (http://www.wto.org/english/news_e/news13_e/mc9sum_07dec13_e.htm)

    WORLD TRADE ORGANIZATION (2013) “Revised drafts of ‘Bali Package’ sent to ministers after intensive consultations”, WTO, 6 December 2013 (http://www.wto.org/english/news_e/news13_e/mc9_06dec13_e.htm)

     

    Redattore: Giovanni AVERSA

  • WWW

    Acr. di World Wide Web (lett.: rete estesa a tutto il mondo). Insieme di documenti ipertestuali collegati, residenti sui server HTTP di tutto il mondo. I documenti World Wide Web, chiamati pagine o pagine Web, sono scritti in linguaggio HTML (HyperText Markup Language), vengono identificati tramite URL (Uniform Resource Locator) che specificano la macchina e il percorso richiesti per accedere a un file e vengono trasmessi da nodo a nodo all’utente tramite il protocollo HTTP (Hypertext Transfer Protocol). I codici, definiti tag e incorporati in un documento HTML, associano parole e immagini di un documento a URL, per cui un utente può accedere a un altro file ubicato ovunque nel mondo, premendo un tasto o con un clic del mouse. Questi file possono contenere testo (con caratteri e stili diversi), immagini grafiche, file animati e suoni come applet Java, controlli ActiveX o altri piccoli programmi incorporati che vengono eseguiti tramite un click su un link. Inoltre un utente che visita una pagina Web può scaricare file da un sito FTP e inviare messaggi ad altri utenti tramite posta elettronica utilizzando collegamenti sulla pagina Web. Ci sono diverse applicazioni, chiamate Web browers (e più semplicemente browers dall’utente finale) che rendono facile e comodo l’accesso al WWW. Le due più diffuse sono Netscape Navigator e Microsoft Internet Explorer. Il World Wide Web è stato sviluppato da Timothy Berners-Lee nel 1989 per l’Organizzazione Europea per la ricerca nucleare (CERN). Il WWW è stato reso disponibile al pubblico nel 1991 (v. anche: Internet, ipertesto; link; portale).

Lettera selezionata: W In lingua italiana

  • Privacy Policy
  • Cookie Policy
  • Publication Ethics and Malpractice

Copyright © 2019 ASSONEBB. All Rights reserved.

Menu
×