FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE-FMI
(fr. Fonds Monétaire International-FMI; ingl. International Monetary Fund-IMF; russo. Ìåäóíàðîäíûé Âàïœòíûé Ôîíä-ÌÂÔ; sp. Fondo Monetario Internacional-FMI; ted. Internationaler Währungsfonds-IWF). Organizzazione finanziaria multilaterale, con sede centrale a Washington e una sede europea a Parigi, che unisce 187 Paesi. Concede credito e assistenza tecnica ma non è una banca internazionale e nemmeno un centro di clearing e non comporta né ha per obiettivo di creare un’unione monetaria tra i suoi membri.
1. Origine e compiti. La costituzione del FMI è stata deliberata nella Conferenza di Bretton Woods (New Hampshire, USA, v. Accordi di Bretton Woods) tenuta dal 1° al 22 luglio1944, insieme a quella della BIRS (la costituzione di una terza organizzazione mondiale per il commercio venne discussa in quella sede, ma non fu possibile realizzarla e si supplì nel 1947 col GATT). Il FMI è stato effettivamente costituito con la sottoscrizione di un Accordo da parte di 29 Paesi il 27.12.1945. L’operatività è iniziata il 1°.3.1947. L’Italia ha aderito al Fondo Monetario internazionale il 23.3.1947. La missione del FMI è di promuovere la cooperazione monetaria internazionale, di facilitare l’espansione bilanciata del commercio internazionale, di promuovere la stabilità dei cambi, di aiutare la formazione di un sistema multilaterale di pagamenti, di rendere disponibili temporaneamente le risorse del Fondo ai Paesi membri contro adeguate garanzie, di ridurre il grado di squilibrio delle bilance dei pagamenti dei Paesi membri. Dal momento della sua costituzione a oggi missione e obiettivi del FMI sono rimasti immutati, ma il suo modo di operare, che unisce vigilanza ad assistenza finanziaria, tecnica e formativa, si sono sviluppate adattandosi ai bisogni dei Paesi membri e seguendo l’evoluzione dell’economia mondiale.
2. Paesi membri. Sono membri del FMI 183 Stati (su 189 aderenti all’ONU e 2 non aderenti e cioè Santa Sede e Svizzera; questa seconda è però membro del FMI) che hanno sottoscritto quote per complessivi 212.414,9 milioni di DSP (la contabilità del Fondo è tenuta in questa unità di conto; l’importo corrisponde a circa 303, 8 miliardi di euro e a 264,5 miliardi di dollari USA ai cambi medi del febbraio 2002). Le quote sono stabilite ogni cinque anni in base a un calcolo che tiene approssimativamente conto del peso di ciascun Paese nell’economia mondiale. L’ultima revisione è stata compiuta nel 1998 e la prossima avverrà nel corso del 2002. I Paesi con maggior peso, espresso in numero di voti sono venti: USA (17,16%), Giappone (6,16%), Germania (6,02%), Francia (4,97%), UK (4,97%), Italia (3,27%), Arabia saudita (3,24%), Canada (2,95%), Cina (2,95%), Russia (2,76%), Olanda (2,39%), Belgio (2,14%), India (1,93%), Svizzera (1,61%), Australia (1,51%), Spagna (1,42%), Brasile (1,41%), Venezuela (1,24%), Messico (1,20%), Svezia (1,12%). Questi venti Paesi accentrano il 70,42% dei voti. (al)
3. Evoluzione del FMI. A onta dei diversi progetti che l’hanno preceduto, tra cui quello proposto da John Maynard Keynes che avrebbe desiderato farne una banca centrale internazionale, con possibilità di emissione di una propria moneta (v. bancor), l’organizzazione del FMI seguì di fatto linee più tradizionali, assumendo la forma di una struttura che accorda crediti ai Paesi membri avvalendosi delle disponibilità valutarie fornite dai membri stessi. All’atto dell’adesione di ciascun paese al Fondo viene, infatti, stabilita la sua quota di partecipazione, da versarsi per il 25% in attività finanziarie di riserva indicate dal Fondo (che possono essere in DSP o altra valuta di riserva) e per il 75% in valuta nazionale. Il Fondo è, quindi, il tramite mediante il quale un Paese in posizione deficitaria può attingere a una precostituita fonte di crediti. Questa concessione di credito ha carattere automatico nei limiti della quota di riserva, mentre deve essere negoziata qualora il paese desideri prelevare fino a un multiplo della quota totale. In questo caso la linea di credito aperta è detta stand-by e le condizioni alle quali il credito viene concesso sono riportate nella lettera di intenti (letter of intent) sottoscritta dal Ministro dell’economia del Paese beneficiario. Le valute fornite saranno ovviamente quelle dei paesi in posizione eccedente, oltre che quelle utilizzate normalmente come riserve. In ogni caso, l’intervento del Fondo impedisce che tra il paese che ottiene valuta e quello che la fornisce si vengano a stabilire rapporti di tipo bilaterale, il multilateralismo essendone infatti il criterio ispiratore. Lo stesso criterio è alla base del significato che la convertibilità esterna, o per non residenti, assume nel quadro dello statuto del Fondo. Anche la promozione della stabilità dei cambi costituisce un obiettivo istituzionale del Fondo che assume notevole importanza nell’assicurare l’espansione degli scambi internazionali. A questo riguardo ciascun paese membro si obbligava in origine ad adottare un regime di cambi fissi, suscettibili di limitate variazioni al di sopra ed al di sotto della parità monetaria dichiarata nella misura dell’1%. L’esistenza di tale istituzione ha favorito la ripresa degli scambi e dei pagamenti internazionali nel secondo dopoguerra; ha contribuito ad evitare la pratica delle svalutazioni competitive, nel senso che le variazioni delle parità monetarie dovevano avvenire secondo regole concordate. Diverse sono state comunque le difficoltà incontrate da questo organismo nel corso della sua storia per il raggiungimento degli scopi statutari. Dapprima si è manifestata la mancata creazione di un mezzo di pagamento internazionale, cui ha ovviato la diffusione internazionale del dollaro statunitense. L’eccessiva creazione di dollari ha però determinato, nell’agosto del 1971, la crisi che ha portato all’inconvertibilità di tale valuta, al cedimento di alcuni dei cardini su cui il Fondo era statutariamente basato (oro come base del sistema monetario, cambi fissi, convertibilità esterna per non residenti), e ha favorito il passaggio al sistema dei cambi flessibili. Non molto tempo prima di questa prima crisi attraversata dal Fondo, nel luglio del 1969, venne decisa la creazione dei DSP (Diritti Speciali di Prelievo). Successivamente il ruolo esercitato dal fondo è stato oggetto di un profondo riesame, soprattutto con riguardo ai principi ispiratori di un suo nuovo assetto internazionale. L’1.1.1978 sono state introdotte delle importanti modifiche statutarie che hanno comportato l’eliminazione dell’oro come base del sistema monetario internazionale, l’accettazione del sistema dei cambi fluttuanti, l’agevolazione dell’uso dei DSP e hanno rafforzato i poteri del Fondo di sorveglianza delle fluttuazioni dei cambi, nell’intento di attenuare le oscillazioni erratiche o manovrate per fini di politica commerciale. (cs-sb, lr, ca)
4. Operatività. Compito principale del FMI è di concedere crediti ai Paesi con problemi di bilancia dei pagamenti e fare in modo che essi possano ricostituire condizioni per uno sviluppo economico sostenibile. Il sostegno del FMI aiuta i Paesi in difficoltà a ricostituire le riserve internazionali, a stabilizzare la moneta e a regolare le importazioni senza dover ricorrere a limitazioni commerciali e a controlli dei capitali. A differenza delle MDB il FMI non finanzia specifici progetti. Nel corso degli anni il FMI ha sviluppato diverse specie di finanziamenti (facilities) configurate in modo da rispondere alle diverse esigenze dei Paesi membri. Prestiti a condizioni agevolate (concessional lending) sono concessi ai Paesi a basso reddito attraverso la Poverty Reduction and Growth Facility (PRGF). A condizioni di mercato operano invece cinque facilities: Stand-By Arrangements (SBA), Extended Fund Facility (EFF), Supplemental Reserve Facility (SRF), Contingent Credit Lines (CCL), Compensatory Financing Facility (CFF). Queste cinque facilities sono gravate da interessi calcolati tassi riferiti alle condizioni di mercato e denominati rate of charge. Questo è basato sull’SDR interest rate, il tasso di interesse sui DSP (q.v.) calcolato settimanalmente dal Fondo. L’eccessivo ricorso all’indebitamento col Fondo è scoraggiato con l’imposizione sui prestiti di grande ammontare di un premio, detto surcharge, che si aggiunge al rate of charge. Il Fondo si attende, inoltre, che i Paesi debitori rimborsino in anticipo rispetto al limite massimo.
4.a) Poverty Reduction and Growth Facility (PRGF). Deriva dalla trasformazione e dal potenziamento compiuti nel 1999 della Enhanced Structural Adjustment Facility (ESAF) con cui il FMI ha per molti anni assistito i Paesi a basso reddito. I prestiti hanno durata fino da 5 anni e mezzo a 10 anni, sono rimborsati a rate semestrali e sono gravati da un tasso dello 0,5%. Per l’attività verso i Paesi a basso reddito il Fondo ha costituito il PRGF Trust, per la concessione dei prestiti agevolati e il PRGF-HIPC Trust per la partecipazione alla HIPC debt initiative congiuntamente alla BIRS. Il PRGF Trust si finanzia attingendo con prestiti dalle banche centrali e dai governi e impiega doni dei Paesi membri per i tassi agevolati.
4.b) Stand-By Arrangements (SBA). È la facility più usata dal Fondo ed è impiegata in caso di problemi di breve periodo della bilancia dei pagamenti. Ha durata tipica di 12-18 mesi, un tasso i rimborsi avvengono ratealmente con cadenza trimestrale e una durata massima di 5 anni (ma il rientro è atteso entro 21/2-4 anni).
4.c) Extended Fund Facility (EFF). È stata istituita nel 1974 per aiutare i Paesi con problemi di bilancia dei pagamenti di medio-lungo periodo connessi alla struttura dell’economia. Ha una durata di tre anni e il rimborso deve avvenire in 10 anni, a rate semestrali.
4.d) Supplemental Reserve Facility (SRF). È stata istituita nel 1997 per venire incontro a necessità di finanziamenti a brevissimo termine ma di notevole ammontare sperimentate specialmente da economie di mercati emergenti. Il rimborso deve avvenire trimestralmente e al massimo entro 2-21/2 anni
4.e) Contingent Credit Lines (CCL). Differisce dalle altre facilities per il fatto che mira ad aiutare i Paesi membri a prevenire crisi. È stata istituita nel 1997 ed è concessa ai Paesi che stanno attuando politiche economiche di serio risanamento che può essere minacciata per contagio di crisi maturate in altri Paesi. È soggetta alle stesse condizioni della SRF, ma comporta una leggera surcharge. La durata massima è di 2-21/2 anni e il rimborso avviene in rate semestrali.
4.f) Compensatory Financing Facility (CFF). È stata istituita negli anni Sessanta per assistere Paesi colpiti da improvvise riduzioni delle entrate da importazioni o da aumenti del costo delle importazioni di prodotti alimentari causati da fluttuazioni mondiali dei prezzi delle merci. Le condizioni sono le stesse della SBA senza però surcharge.
4.g) Emergency assistance. Il Fondo presta assistenza di emergenza ai Paesi che hanno subito calamità naturali o che escono da un conflitto. I prestiti di emergenza sono soggetti al tasso base e devono essere restituiti entro cinque anni.
5. Diritti speciali di prelievo: per questo argomento v. la voce DSP.
6. Organizzazione. Il Fondo è retto da un Board of Governors composto da un Governatore e un supplente nominato da ogni Paese membro. Il Board si riunisce annualmente in coincidenza con la riunione di quello della BIRS. Uno speciale comitato l’International Monetary and Financial Committee (IMFC), ha compiti consultivi e propositivi verso il Bard e si riunisce due volte l’anno La gestione quotidiana degli affari è rimessa con tutti i poteri delegati dal Board of Governors a un Executive Board presieduto da un Managing Director. L’Executive Board è composto da 19 membri elettivi e da 5 membri nominati dai cinque Paesi che detengono le maggiori quote del Fondo. Ogni Executive Director nomina u supplente che lo sostituisce in caso di assenza.